sabato 7 giugno 2008

Novecento

"Tutta quella città, non se ne vedeva la fine...per cortesia, la fine, si potrebbe vedere la fine?!?!? E il rumore..Su quella maledettissima scaletta era tutto molto bello..ed io ero grande nel mio cappotto cammello, facevo un figurone, ed ero sicuro che sarei sceso, garantito, non c'era problema...Ma poi...primo gradino, secondo gradino, terzo gradino...Primo gradino, secondo gradino.. Non fu quello che vidi che mi fermò, fu quello che non vidi...quello che non vidi...Riesci a capirlo???.quello che non vidi...La cercai.. la cercai ma non c'era, in tutta quella sterminata città c'era tutto ma non c'era una fine. Quello che non vidi ? dove finiva tutto quello. La fine del mondo...Prova ad immaginare un pianoforte..:i tasti iniziano, i tasti finiscono. Tu sai che sono 88 e su questo nessuno può fregarti...Non sono infiniti loro, Tu sei infinito e su quegli 88 tasti infinita è la musica che puoi suonare..Questo a me piace, questo sì, si può vivere..Ma se salgo su quella scaletta e davanti a me si srotola una tastiera con milioni di tasti, milioni e miliardi di tasti, che non finiscono mai e questa è la verità, che non finiscono mai..beh, allora quella tastiera è infinita..ma se quella tastiera è infinita non c'è musica che puoi suonare...ti sei seduto sul seggiolino sbagliato: quello è il pianoforte su cui suona Dio..Ma le vedevi le strade????Anche solo le strade, ce n'erano a migliaia...come fate voi laggiù a sceglierne una???A scegliere una donna...Una casa che sia la vostra, un paesaggio da guardare, un modo di morire....Tutto quel mondo addosso che nemmeno sai dove finisce...o quanto ce n'è...Ma non avete paura, voi altri, a finire in mille pezzi solo a pensarla quell'enormità??..a viverla...Io sono nato su questa nave..ed anche qui il mondo passava, ma a non più di duemila persone per volta...E di desideri ce n'erano, sì...ce n'erano ma non più di quanto possano stare su di una nave fra una prua ed una poppa...Suonavi la tua felicità su di una tastiera che non era infinita..Io ho imparato a vivere così...la terra, quella è una nave troppo grande per me. E' un viaggio troppo lungo.E' una donna troppo bella.E' un profumo troppo forte. E' una musica che non so suonare.Perdonami amico ma io non scenderò da questa nave, non scenderò..al massimo, posso scendere dalla mia vita..."


E' un libro meraviglioso, sicuramente uno dei più belli che abbia mai letto. Con il corso di teatro che frequentavo 2 anni fa ne abbiamo anche fatto uno spettacolo di fine anno, e sarà per il gruppo, che era un bel gruppo, sarà per il testo, è stato uno dei pochi spettacoli che mi sono rimasti nel cuore...e quando ho recitato queste parole...come le ho sentite mie...come la vorrei, la mia nave, la nave che comincia e finisce e si vede tutta...

6 commenti:

francesco ha detto...

Lui viveva per la musica.... aveva paura degli spazi, della gente, forse anche della vita. Noi amiamo la vita e la viviamo giorno per giorno con gioia... almeno spero. Non siamo tristi come Lui. Il libro non è dei miei preferiti. Sorry.

Barbara ha detto...

Lui aveva molto di più di questo...aveva una casa, un amico e un amore sconfinato per la musica, che sempre amore è. Non credo proprio che fosse triste, sai...credo solo che, come tutti, avesse paura di ciò che non conosceva, ma triste...triste non credo.

Giacomo ha detto...

lui aveva il suo mondo, era quella nave e la sua musica, nn aveva bisogno di nient'altro.
E a noi piace il nostro mondo? Io credo che lui abbia conosciuto la felicità....e la pace.

Barbara ha detto...

Allora sei vivo??? Dammi un segno!

Paolo ha detto...

Non ho letto il libro, ma ho visto il film.
Visto i commenti ne lascio uno anch'io, forse il più strano ma almeno è il mio punto di vista.
Credo che Novecento non amasse la musica, o almeno non come si ama una persona, lui quello sapeva fare, e con quello si esprimeva, non l'ho mai visto come un romanzo sulla musica o su un pianista.
Lui lì era nato, lì era cresciuto e con quei tasti lui parlava e vedeva il mondo da prua a poppa.
Tutto aveva un inizio e una fine, il pianoforte, la nave, perfino le traversate in mare e come con 88 tasti si posso fare ogni volta musiche diverse, così nella vita tutto è possibile. Tutto sta nel pigiare su quei tasti sempre come più ci piace, ogni giorno. Ecco questo per me è il succo del romanzo!

Paolo ha detto...

Dimenticavo, 10 punti in più al blog grazie al Mini Clock, bellissimo!